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Casa Vacanze Il Malandrone |
Fra storia e leggenda all'Acquabona: GEPPE SANTO Prima del 1800 le strade maestre del nostro Comune, ed in modo particolare quelle traverse, sia di giorno che di notte, non erano sicure per i pericoli di aggressioni, nel tratto Acquabona-Malandrone, dove, in seguito all'uccisione di certo Francesco Bellomini, fu chiesto lo smacchiamento della strada, nella salita del Malandrone, luogo famoso, che tuttora ci ricorda le gesta di Geppe Santo (classe 1840) dell'Acquabona, dove aveva l'osteria. Costui - uomo corpacciuto - vestiva sempre di velluto, ed al panciotto teneva un catenaccio d'argento, campanelle d'oro agli orecchi e anelli nei diti della mano. Uomo bisbetico ed anche lazzerone incuteva timore a vederlo, con il suo barbone e per i suoi dispotici modi di vita. Di lui si dice che il Granduca Leopoldo II, passando sulla Via Emilia e conoscendo le stravaganti imprese e le sue azioni con i clienti, l'obbligò a radersi la barba, lo esortò a cambiare tenore di vita, sotto gravi sanzioni qualora avesse fatto orecchi da mercante alle intimidazioni fattegli. Beppe, impressionato e temendo il peggio, ottemperò, sebbene a malincuore, agli ordini del Sovrano, che dopo poco ripassava da lui. Quando morì la sua salma fu deposta nel camposanto di Rosignano Marittimo e con la morte di Geppe, ebbero termine anche le aggressioni del Malandrone. (Da "Vada nei secoli" di Don Mario Ciabatti) |